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Partite Iva, come cambieranno i requisiti per il regime forfetario

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Tags: PartiteIvaregimeforfettario
Legge di Bilancio 2019: sarà escluso dalla flat tax al 15% chi ha lavorato prevalentemente per uno stesso committente nei due anni precedenti

Per le Partite Iva potrebbero cambiare i requisiti per accedere al regime forfetario. Se da una parte si alza a 65 mila euro la soglia dei ricavi che consente di essere tassati con l’aliquota agevolata al 15%, dall’altra subentrano una serie di limiti riguardanti i lavori svolti negli anni precedenti. È una delle novità introdotte con l’emendamento 4.34 al disegno di legge di Bilancio per il 2019, approvato dalla Commissione Bilancio della Camera.

Partite Iva, l’accesso al regime forfetario
L’accesso al regime forfetario, come lo conosciamo oggi, è normato dalla Legge di Stabilità per il 2015 (L.190/2014). Il comma 57 regola i soggetti non ammessi alla tassazione agevolata. Tra questi, la lettera d-bis indica i soggetti che nell'anno precedente hanno percepito redditi di lavoro dipendente e redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente eccedenti l'importo di 30mila euro. Il requisito della soglia non è rilevante se il rapporto di lavoro è cessato.
La prima versione del disegno di legge di Bilancio per il 2019 presentato alla Camera stabiliva l'esclusione dal forfetario con tetto a 65mila euro dei soggetti che esercitano l’attività professionale in modo prevalente nei confronti dei datori di lavoro dai quali, nei due anni precedenti, hanno percepito un reddito da lavoro dipendente o assimilato a quello da lavoro dipendente.
L’emendamento approvato in Commissione Bilancio, modificando il testo del ddl di Bilancio, esclude dal regime forfettario le persone fisiche che esercitano la propria attività prevalentemente nei confronti dei datori con i quali abbiano rapporti di lavoro esistenti o li abbiano avuti nei due precedenti periodi d’imposta.
Rispetto al disegno di legge, l’emendamento cancella il riferimento al rapporto di lavoro dipendente. C’è da chiedersi se si tratta di una formulazione più semplice o se l’obiettivo della proposta è restringere l’accesso alla tassazione agevolata, escludendo i professionisti che ad esempio hanno collaborazioni fisse con gli stessi committenti e quindi potrebbero essere identificati come false Partite Iva. Non si chiarisce inoltre cosa significhi “prevalente” e quindi quale quota di attività bisogna sforare per uscire dal forfetario ed entrare nella tassazione ordinaria.

Partite Iva, regime forfetario con tetto a 65mila euro
Ricordiamo che il disegno di legge di Bilancio per il 2019 amplia la platea dei professionisti che potranno avvalersi del regime forfetario con tassazione sostitutiva al 15%.
In base al testo in discussione alla Camera, i contribuenti, persone fisiche esercenti attività d'impresa, arti o professioni, dal 2019 applicheranno il nuovo regime forfetario se nell'anno precedente hanno conseguito ricavi o percepito compensi non superiori a 65mila euro. Si tratta di un tetto unico, valido per tutte le attività, mentre con la normativa ad oggi vigente le soglie sono differenziate in base al codice ATECO.

Resto al Sud anche per i professionisti e fino a 45 anni
Potranno accedere alle agevolazioni della misura “Resto al Sud” anche i professionisti, prima espressamente esclusi dalla misura introdotta con lalegge “Mezzogiorno” e regolata dal  DM 174/2017.
Sia gli imprenditori sia i professionisti potranno usufruire delle agevolazioni fino al quarantacinquesimo anno di età. Le agevolazioni fino ad ora hanno riguardato i progetti imprenditoriali presentati da giovani dai 18 ai 35 anni.




Regime forfetario 15%, dal 2019 il tetto massimo sarà elevato a 65mila euro

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